Abbiamo partecipato giorni fa all'incontro pubblico a San Giovenale circa le nuove modifiche alla viabilità in programma a breve nel Centro Storico per il quartiere medioevale; nulla di nuovo sotto il sole se non la percezione crescente dell'assenza di un piano organico generale di visione della Città.

Ribadendo che sostanzialmente siamo concordi nel dover agire nell'ottica di una razionalizzazione degli spazi dedicati agli autoveicoli ma, altresì, ricordiamo che il Centro Storico di Orvieto è rappresentato da una realtà viva e non museale come spesso viene accostata alla vicina Civita; ed essendo una realtà viva è evidente che non si può prescindere dalle esigenze sia dei cittadini che della attività in esso contenuta e, con ciò, le inevitabili presenze dei mezzi di trasporto.
Proprio per questo, ad oggi, non è mai stato preso in considerazione uno dei problemi più importanti che affliggono la Città e, cioè, la carenza di posti auto che rappresenta sicuramente l'ostacolo maggiore per una razionalizzazione degli stessi con conseguente ottimizzazione degli spazi a vantaggio di una maggiore fruibilità in termini di vivibiltà e decoro urbano.

L'assoluta necessità di limitare la sosta selvaggia nel quartiere medioevale va vista in un quadro più articolato e complesso; giusto evitare quanto succede oggi nel nostro splendido quartiere, anche in previsione di un futuro intervento di riqualificazione con opere di arredo urbano ma, siamo convinti che con tale azione inevitabilmente, purtroppo, la problematica si amplificherà in altre zone del Centro Storico. E' utopia, infatti, pensare che tutti gli abitanti del quartiere di San Giovenale parcheggeranno le loro macchine nelle strutture "insilate" e non solo per il costo degli stessi ma, bensì per la loro ubicazione non adiacente alle proprie abitazioni. 
Inoltre, siamo convinti che se si dovesse realizzare effettivamente tale operazione, si manifesterebbe un ulteriore problema, quello cioè che si intaserebbero i parcheggi insilati riducendo, quindi, la possibilità di sosta per chi viene occasionalmente ad Orvieto, colui il quale rappresenta la linfa vitale per l'economia della Città.
Dall'incontro della settimana scorsa ci saremmo aspettati, non un semplice insieme di piante con indicate le distanze tra un punto e l'altro della Città ma, bensì un quadro complessivo dei posti auto disponibili (a qualunque titolo) e dei flussi di traffico, con l'impegno anche di procedere ad una rivisitazione dei permessi ad oggi concessi e la soluzione ai problemi del traffico. Si è fatto riferimento al famigerato QSV della primavera 2015 che, tra l'altro, non è di facile consultazione poiché non presente sul sito del Comune di Orvieto e che, in realtà, NON prevede tale limitazione al transito nel quartiere medioevale, così come non prevede la rimozione dei posti auto su Piazza del Popolo.
La conclusione dell'incontro è molto semplice; si installa un varco che limiterà la viabilità ai soli residenti del quartiere, contrariamente a quanto è previsto ora (nonostante le dichiarazioni del Sindaco e dell'Assessore alla mobilità presenti) dove la limitazione è per i non residenti del Centro Storico, senza influire minimamente (o forse in misura estremamente ridotta) sulla sosta dei veicoli, poiché è stato dimostrato nell'incontro che nella zona i posti auto sono pochi in rapporto alle auto dei residenti di zona.
Il varco avrebbe potuto essere installato in altre zone della Città, quale ad esempio Fontanasecca, dove lo stesso è veramente necessario per eliminare il caos della zona a più alta vocazione turistica di Corso Cavour, consentendo di fatto un regolare transito nella parte terminale della via che, oggi, avviene in maniera del tutto incontrollata spesso con infrazioni al codice della strada, dando modo anche alle attività economiche presenti di essere maggiormente fruibili dagli utenti.
 
La nostra sensazione è invece ben altra, è quella che questa lenta azione di riduzione delle zone dove la viabilità è consentita fa parte di un disegno molto semplice, quello ciò di abituare in maniera costante ed "indolore" i cittadini e le attività del Centro Storico ad una prossima chiusura totale dello steso, senza però preventivamente avere messo in campo tutte quelle soluzioni alternative sia in termini di servizi che di ricadute positive sulle economia cittadina.